di Chiara Massimini*

In questo periodo tutti abbiamo dovuto trovare modi creativi e nuovi di svolgere il nostro lavoro, di costruirci una nuova quotidianità senza perdere le nostre abitudini, regole, capacità e attingendo a tutte le risorse possibili.
Ecco quindi che anche noi, psicologi e psicoterapeuti del CTIF, abbiamo dovuto riadattarci e ridefinire i nostri spazi, i nostri tempi affinché fossero utili e usufruibili a tutte le persone di cui ci occupiamo.

Lo strumento sicuramente non era nuovo per alcuni di noi: utilizzare mezzi mediatici o anche solo il telefono come forma di contatto e a volte cura con i nostri pazienti, lo avevano già utilizzato in alcune occasioni particolari (per momenti in cui non era possibile incontrarsi per motivi estemporanei).

Cosa è cambiato ora?

Ciò che è cambiato è che non si tratta più di occasioni, brevi periodi, si tratta di dover pensare a dover svolgere e organizzare tutta l’attività in questo modo e quindi con tutte le persone che seguiamo: bambini, adulti, giovani, famiglie, coppie.

Come le modifiche alla nostra vita, dettate dai progressivi decreti ministeriali, sono state graduali, così lo sono state le proposte del CTIF: prima abbiamo iniziato a fare proposte di incontri telematici agli adulti, poi ai giovani e ai ragazzi più grandi, ed infine anche i bambini.
Abbiamo dato a tutti, soprattutto ai più piccoli, il tempo e il modo di abituarsi a nuovi modi comunicare, li abbiamo accompagnati sperimentando diversi modi per tenere il filo relazionale con loro: brevi telefonate, mail e messaggi; per arrivare infine a strutturare con loro veri e propri incontri via video.

Nuove strategie, nuovi spazi

Soprattutto per quanto riguarda i bambini, è stato molto importante poter continuare ad avere momenti di scambio tra colleghi per potersi confrontare, supportare e suggerire strategie.
Le proposte che ne sono emerse sono state molte e diverse alcune più “informatiche”, come la condivisione dello schermo per mostrare i propri disegni, o scambi simbolici di emoji per rappresentare le emozioni; altre più “ambientali” come organizzarsi nel proprio spazio casalingo per svolgere un’attività con il proprio psicologo: disegnare insieme, costruire storie o ascoltare e commentare canzoni.

In questi incontri i bambini e i ragazzi stessi hanno mostrato di saper attingere a nuove risorse e strategie, portando loro stessi nuovi suggerimenti. Certo questo comporta momenti di caos, immagini tremolanti, sparizioni improvvise, e condivisione più del solito dello spazio con i genitori, ma non per forza questi sono aspetti negativi o che non possono essere gestiti in modo creativo.
Compito dello psicologo è proprio quello di creare uno spazio dai chiari confini relazionali, che possa essere adattato al singolo individuo che si ha di fronte.

Quello che più di tutto risulta evidente è la necessità da parte di tutti i nostri pazienti di avere uno spazio dove poter esprimere e condividere in modo libero e sicuro le proprie emozioni, che in questo momento storico difficilmente trovano spazio, costretti in una vicinanza forzata ai propri famigliari, o isolati dalla propria rete sociale.

Con il passare del tempo ci si è resi conto che non si trattava più di un breve momento, ma di un periodo più lungo con un termine incerto, ecco quindi l’ottica nella quale ad oggi lavora il nostro centro: poter fornire a tutti, a chi riesce, a chi ha le possibilità organizzative, nuovamente il proprio spazio di cura di sé, al di là dell’età, delle problematiche, o dell’intensità del proprio malessere.

 


* Chiara Massimini, Psicologa, psicoterapeuta e formatrice. Certificata EMDR.
Lavora da anni come psicoterapeuta presso il CTIF, in particolare nell’area della cura del trauma con adulti, bambini e famiglie multiproblematiche, collaborando spesso con Tribunali e Servizi Sociali. Presso il centro inoltre collabora con gli educatori delle comunità tutelari per la cura dei minori ospiti ed è responsabile dei tirocinanti psicologi.