Lo svezzamento è una tappa fisiologica, cognitiva, psichica ed emotiva molto importante, ed è necessario proporla nel modo e nel momento migliore.

Dall’inizio della vita i genitori aiutano il bambino a capire che ogni cosa ha un inizio, una transizione e una fine. L’iniziale svezzamento dal seno o dal biberon è seguito da altre separazioni pianificate dalla madre e/o da un caregiver che prepara il bambino ad affrontarle. Nel 1956 Donald Winnicott, pediatra e psicoanalista britannico, ha sottolineato l’importanza di “presentare il mondo al bambino in piccole dosi”, altrimenti l’esperienza della separazione diventerebbe terrificante. Suggeriva così che le separazioni devono essere graduali, in modo che il bambino possa avere un ruolo nel processo e non sentirlo solo come un’imposizione. Lo svezzamento è un momento delicato dello sviluppo, paragonabile ad una seconda nascita poiché se da un lato il piccolo vive l’esperienza della perdita (perdita dell’esclusività del “seno materno”, e talvolta perdita della presenza fisica della madre), dall’altro lato compie nuove conquiste (cibo e cucchiaino).

Il tempo ideale per questo passaggio è intorno ai 6 mesi di vita del bambino, prima di tutto perché, fino ad allora, il latte è il miglior alimento esclusivo. Inoltre, i 6 mesi rappresentano il momento in cui si acquisiscono le competenze necessarie (intestinali, motorie, psichiche), affinché il bambino possa essere in grado di sperimentare l’introduzione di cibi solidi.

Dal punto di vista motorio, a circa 6 mesi i lattanti cominciano a star seduti senza sostegno, a coordinare mani e occhi per afferrare il cibo e portarlo alla bocca, perdono il riflesso di estrusione della lingua e riescono a usarla e sviluppano la capacità di masticare e ingerire cibi solidi.

Dal punto di vista psichico, gli aspetti emotivi, cognitivi, psicologici e relazionali nel loro complesso a 6 mesi hanno raggiunto una maturazione sufficiente da permettere al bambino di ricercare esperienze gratificanti. Il bambino infatti è estremamente interessato all’ambiente circostante, osserva tutto, tutto lo interessa ed è in grado di seguire i movimenti con lo sguardo. Desidera sperimentare ciò che vede fare e cerca di imitarlo. È stimolato da ciò che i familiari fanno a tavola ed è questo il primo fondamentale passaggio per avvicinare il piccolo al cibo, la condivisione dell’esperienza del pasto e la curiosità che nasce e si sviluppa da questo. Non si può infatti pensare che il bambino desideri “mangiare” qualcosa che non conosce, ma attraverso l’osservazione, l’imitazione e la sperimentazione il bambino inizia a portare in bocca (così come fa con gli oggetti) il cibo e quindi a conoscerlo, ritrovando nella memoria il gusto di alcuni sapori sperimentati nella pancia (o attraverso l’allattamento al seno per chi ne ha avuto esperienza).

Lo svezzamento non è e non può essere proposto come un atto puramente meccanico, fisiologico, automatico: coinvolgendo aspetti motori, biologici, psichici, cognitivi, relazionali ed emotivi deve necessariamente inserirsi in un contesto esperienziale, che prenda in considerazione non solo l’età del bambino ma anche le specificità di cui sopra.

Quando è pronto?

Naturalmente non tutti i bambini allo scoccare del 6° mese sono pronti per iniziare a conoscere i cibi solidi. Qualche bambino può esserlo poco prima, qualche bambino anche qualche mese dopo. Come sempre, l’aspetto più importante è osservare il bambino e riuscire a cogliere i molteplici segnali che ci offre:

  • la curiosità per gli oggetti: quando comincia a toccarli, a portarli alla bocca, ad assaporarli;
  • la curiosità nei confronti del cibo durante i pasti della famiglia;
  • la comunicazione delle sue preferenze;
  • la quantità di cui necessita.

Se è fondamentale che il cibo svolga la sua funzione cioè nutrire il corpo, è altrettanto necessario che il pasto avvenga in un clima sereno, rilassato e di convivialità, questo perché il bambino possa aprirsi all’esperienza dello svezzamento e in generale alla scoperta del mondo con fiducia e leggerezza.

Quando affrontato con curiosità, piacere e pazienza, lo svezzamento è un passaggio che amplia e consolida il rapporto con il proprio bambino.

Perché a  tavola ci si ciba non solo di piacevoli piatti ma anche di buone relazioni.